TEMPO DI VACANZE… ASSALTO ALLE PESCHERIE

(Le notizie per creare questo post le ho tratte dal libro “Le bugie nel carrello” di Dario Bressanini).
 
Durante il periodo estivo le località marine sono sicuramente le mete preferite per il meritato riposo.
Per molti è anche un’ottima occasione per farsi una bella scorpacciata di pesce, magari il pescato del posto.
Eccomi puntuale per I CONSIGLI DEGLI ACQUISTI al banco del pesce.
Vi do dei buoni motivi per non mangiare tonno o, se proprio non potete farne a meno, per mangiarne pochissimo.
1) Nelle carni del tonno si trovano metalli pesanti tossici come il CADMIO, il PIOMBO e il MERCURIO. A proposito di quest’ultimo, in alcuni Paesi le autorità sanitarie ne sconsigliano l’uso alle donne incinte. Il consiglio si estende a tutti i pesci di grossa taglia. Io consiglio lo stesso anche ai bambini.
2) La carne del tonno (specie la varietà rossa) ha un’alta concentrazione dell’aminoacido ISTIDINA che, qualora dopo la cattura il pesce non viene conservato correttamente, viene trasformato da alcuni batteri in istamina con lo scatenamento di una sintomatologia allergica anche grave.
3) Se pensate che il tonno in scatola migliore è quello che si taglia con un grissino vi sbagliate… il tonno di qualità è SODO, se si taglia con un grissino sono rimasugli di lavorazione.
4) Il colore rosso della carne del tonno è spesso ottenuto esponendolo al MONOSSIDO DI CARBONIO oppure a fumi privati di sostanze aromatiche in modo da non farlo sentire. Pertanto per giudicare la freschezza del tonno più che il colore valutatene il profumo.
5) Durante l’estenuante lotta per essere pescato nella carne del tonno si sviluppa molto acido lattico che acidifica le carni alterandone la qualità, questo è il motivo per cui in alcune maricolture, dove i tonni rossi vengono ingrassati per essere poi venduti sul mercato giapponese che preferisce tonno grasso, il tonno per essere catturato senza alterarne la qualità delle carni viene stordito con scariche elettriche.
In SINTESI sarebbe meglio non mangiare tonno, se proprio dovete mangiatene poco.
“Bruno Ciaramella”