CIBI DIABOLICI E CIBI ANGELICI
Non ho mai creduto che ci siano dei cibi cattivi o, al contrario, dei cibi buoni in termini assoluti.
Piuttosto può essere cattivo o buono l’uso che se ne fa.
Un discorso a parte, ovviamente, per l’esclusione di alcuni cibi per motivi etici.
Ma prendiamo il caso delle uova.
Recentemente è stata accolta con molta soddisfazione la notizia secondo cui il consumo di uova non determina un incremento significativo dei livelli di colesterolo nel sangue.
Non entro nei dettagli dello studio che ha portato a questa osservazione (vi ricordo che gli studi scientifici, come gli esami di laboratorio, non si leggono ma si interpretano. Sicché tutti possono leggerli ma solo chi ha le competenze adeguate può correttamente interpretarli) ma è necessaria una riflessione.
Riflessione necessaria perchè questa notizia ha “autorizzato” molte persone, gli sportivi in particolare, a fare un uso davvero spropositato di uova.
Ridurre il problema del consumo delle uova soltanto al suo effetto sul colesterolo è davvero assai riduttivo.
Le uova non contengono solo colesterolo ma molte altre sostanza tra le quali la colina.
Questa viene trasformata nell’intestino ad opera della flora batterica intestinale, in TMAO che è nota accelerare i processi di aterosclerosi e formazione di placche nelle coronarie, ma anche di rappresentare un substrato per la formazione di nitrosamine (potenziale rischio oncologico).
Tutto questo avviene indipendentemente dall’apporto di colesterolo!
Ovvio che mangiare saltuariamente l’uovo , nell’ambito di un’alimentazione variegata, non comporta problemi, ma nell’alimentazione attuale nessuno può dire di mangiare uno o due uova a settimana dovendo calcolare anche l’uovo invisibile compreso nei dolci, biscotti, pasta all’uovo ecc. ecc.
Si calcola che si può arrivare a consumare, in modo invisibile, anche sette uova a settimana.
Certo può darsi che il colesterolo sia normale ma questo dato potrebbe essere irrilevante se poi si sviluppano lo stesso placche nelle coronarie o ci si espone ad un maggiore rischio per il cancro per i motivi riportati prima.
Virtus in medio stat.
“Dott. Bruno Ciaramella”