MANGIARE PER ESSERE FELICI

La mente, fondamentalmente, ha uno scopo molto semplice: darci piacere.
Tutta la storia dell’evoluzione della mente è la storia di come essa si sia perfezionata nel trovare i più sofisticati meccanismi per farci sperimentare il piacere soprattutto in momenti difficili e stressanti.
Uno di questi meccanismi è il cibo.
Questo è il motivo per cui, anche se volontariamente non vogliamo, ci ritroviamo spesso a fare i conti con l’impulso a mangiare in continuazione, fino ai casi in cui non riusciamo a frenarci davanti a dei dolci o a bere alcolici.
In effetti accade che il cervello, sapendo che riceviamo molto piacere nell’assaporare il cibo e che la nostra lingua è uno strumento formidabile attraverso cui provarlo, ci spinge a questa ricerca a volte ossessiva.
La ricerca di cibo, che spesso è una vera e propria smania, tradisce la tendenza della mente a vagare, inquieta, alla ricerca di un suo equilibrio.
In altri termini, la ricerca di cibo, quando non si ha fame, è l’espressione di una mente infelice, di una mente inappagata.
La ricerca immotivata di cibo non è un vizio o un’abitudine, è l’espressione di una insoddisfazione di fondo o, se volete, di una sofferenza di una mente frustrata… la ricerca di uno stato di beatitudine cui ogni mente tende per sua natura.
Non è un caso che la ricerca di cibo è più forte soprattutto quando siamo stanchi o stressati o magari nervosi o contrariati.
La gestione di questa ricerca inappropriata di cibo non può essere gestita “resistendo” alle tentazioni… sappiamo tutti come va a finire… si resiste un giorno per poi crollare e combinare di tutto nei giorni successivi.
La soluzione consiste nel rappacificare la mente, nel gestire lo stress, facendo sperimentare alla propria mente gratificazioni e piaceri attingendo a risorse interne piuttosto che a oggetti esterni.
Una mente a cui mostriamo fonti di piacere all’interno di se stessa, non ha più bisogno di vagare alla ricerca del piacere, perché lo sperimenta dentro se stessa.
Ecco perché si dice che una mente che vaga è una mente infelice, mentre una mente felice è una mente che dimora quieta all’interno di se stessa.
Perché dentro c’è tutto quello che occorre per essere felici.
Fuori, invece, c’è tutto quello che può rendere infelici.
 
“Dott. Bruno Ciaramella”