QUEI BAMBINI CAPRICCIOSI…

Molti bambini, e a dire il vero anche molti adulti, mostrano un’avversione invincibile verso alcuni cibi.
Questa avversione, quando non è un capriccio passeggero ma si presenta in modo persistente, è chiamata “selettività”.
La “selettività” può essere, in alcuni casi, un vero e proprio disturbo del comportamento che, a partire dal 2013, è stato definito ARFID, ossia disturbo da assunzione di cibo evitante/restrittiva.
L’avversione persistente per alcuni alimenti, dal punto di vista nutrizionale, può potenzialmente costituire un problema per la salute quando il comportamento evitante si manifesta nei confronti di gruppi alimentari fondamentali, per il possibile rischio di carenze nutrizionali anche gravi.
I genitori giocano un ruolo importantissimo per aiutare i figli a superare le avversioni alimentari adottando strategie incoraggianti e supportive.
Infatti, un approccio paziente, tollerante e positivo si è rivelato essere enormemente più efficace di quello coercitivo e punitivo o ricattatorio (per esempio: se non mangi questo non ti compro il cellulare… se mangi questo ti faccio un bel regalo…).
Questo tipo di strategia può ancora di più aggravare l’avversione e l’atteggiamento oppositivo da parte dei bambini.
Al contrario, un approccio di tipo collaborativo, coinvolgente i bambini, sono risultati essere molto più utili ed efficaci nel migliorare l’atteggiamento nei confronti del cibo.
 
“Dott. Bruno Ciaramella”